Un impianto dentale è una vite in titanio la cui funzione è sostituire il dente o i denti mancanti. L’impianto viene inserito nelle ossa mascellari dove va incontro ad un processo chiamato osteointegrazione.
L’osteontegrazione è quel processo biologico per il quale le cellule ossee permettono la formazione dell’osso in diretto contatto con la superficie dell’impianto, garantendo la stabilità dell’impianto nel tempo e la sua capacità di sopportare i carichi della masticazione
E’ negli anni ’50 che l’implantologia dentale comincia ad essere praticata con buon successo. I primi implantologi sono italiani: Muratori, Tramonte, Pasqualini, Garbaccio. Negli anni ’60 il prof. Branemark in Svezia avvia studi sistematici sugli impianti dentali e negli anni ’70 pubblica i risultati di 10 anni di ricerca scientifica e clinica, mostrando a tutto il mondo l’elevata percentuale di successo ottenibile con gli impianti dentali. Pertanto l’implantologia ha una storia di successo di oltre mezzo secolo.
Nulla è a vita, come anche i nostri denti naturali. Gli impianti possono andare incontro alla perimplantite, una infiammazione che attacca il tessuto di supporto dell’impianto fino a causarne la mobilità. I motivi che causano l’insorgere della perimplantite non sono ancora chiari. I fattori che predispongono alla perimplantite sono: scarsa igiene orale, sovraccarico meccanico, predisposizione genetica.
La percentuale di successo degli impianti a 10 anni è maggiore del 90%. E’ pertanto una delle procedure in medicina con la più alta percentuale di successo.
L’osso viene forato con delle apposite frese e nel foro viene avvitato l’impianto. La procedura è svolta in anestesia locale e necessita di pochi minuti per essere realizzata.
In molti casi non è necessario incidere la gengiva e pertanto l’impianto viene inserito attraverso la gengiva. Questa metodica è detta flapless e viene spesso utilizzata nella chirurgia implantare computer-guidata
Generalmente , dopo avere inserito l’impianto nell’osso, si attende 2-3 mesi prima di mettere in funzione l’impianto (carico differito). In alcuni casi è possibile collegare immediatamente l’impianto appena posizionato al dente protesico mettendolo subito in funzione (carico immediato)
Il carico immediato si può fare allorché l’osso è di buona qualità e perciò l’impianto ha una buona stabilità.
In genere sono sufficienti le indagini radiologiche bidimensionali: radiologia endorale e/o ortopantomografia. In alcuni casi, quali ad esempio la chirurgia implantare guidata, è necessario eseguire indagini radiologiche tridimensionali quali la Tomografia Computerizzata, assiale (T.A.C.) o cone beam (T.C. cone beam). In tutti i casi il nostro studio è attrezzato con apparecchi radiologici per tutte le indagini necessarie sia bidimensionali che tridimensionali, senza che il paziente si rechi in strutture esterne.